Samuel: “‘Come respirare’ racconta il mio percorso musicale”
Si chiama ‘Come respirare. Discorso sulla musica e la sua anima‘ ed è il nuovo libro di Samuel Romano, cantante e leader dei Subsonica, edito da Mondadori e già presente in tutte le librerie italiane e disponibile anche online. In attesa di poter ripartire con la band per portare dal vivo il nuovo album, Samuel ha raccontato a Yourambla i motivi che lo hanno spinto a mettere ‘nero su bianco’ i suoi pensieri e le sue esperienze musicali.
“Io credo sia una necessità che hanno tutti quelli che come me che lavorano con la propria creatività. Ad un certo punto, quando sei in corsa e stai vivendo il tuo momento artistico, generalmente sei talmente preso da questa cosa che fati fatica a guardarti dal di fuori. Come nell’altro libro che avevo scritto, ‘Come respirare’ è un momento di riflessione dove cerco di tirarmi fuori da me e di guardarmi dall’esterno“.
È più facile creare una canzone o scrivere un libro?
“Per me è molto più facile scrivere una canzone, perché è il mio territorio naturale. Il libro ha bisogno un tempo più allungato e di molte più immagini all’interno. Una canzone è invece un gesto molto rapido, una ‘sciabolata’. Per scrivere un libro devi prenderti più tempo, devi rileggerlo, devi creare una specie di onda che poi porta il lettore in un mondo piuttosto che un altro“.
Cosa possono trovare i lettori all’interno del tuo nuovo libro?
“Sicuramente me stesso. Trovano il mio percorso musicale, l’idea che ho della musica. In questo libro forse si possono ritrovare anche coloro che stanno percorrendo la mia stessa strada, quelli che vogliono in qualche modo approcciarsi alla musica. I lettori trovano il punto di vista di una persona che nella musica ormai ci sta dentro da un bel po’ di anni“.
Nel libro parli anche dello scoglio dei 50 anni. Com’è cambiato il tuo rapporto con la musica dopo tutto questo tempo?
“Il rapporto con la musica cambia, si modella sempre, assume nuovi contorni. Il tempo che passa inevitabilmente ti mette davanti a dei cambiamenti, ad una modifica di quello che tu pensi della musica. La musica è cambiata, ed è cambiata anche in me, ed è cambiato il modo con cui la vivo e la vivevo. Quando sei molto giovane la musica ti sospinge da dietro, poi ad un certo punto te la trovi di fianco e poi con il tempo che passa sei tu che la rincorri. Cambia proprio il meccanismo con il quale la vivi e la crei“.
In questo processo di cambiamento, cosa ti ha lasciato X Factor?
“X Factor mi ha lasciato un grande gesto empatico con gli esseri umani. Mi sono approcciato alla trasmissione in maniera abbastanza disillusa. Sapevo bene che era una programma che trattava di musica, ma sapevo anche perfettamente che andavo in televisione. La televisione è un linguaggio abbastanza diverso dalla musica. Sono rimasto sorpreso dal rapporto che ho creato con i ragazzi che avevo in squadra. Non avevo mai provato quel senso di protezione. In qualche modo ha generato in me un legame con loro, e questa è la cosa più ricca che mi porto dietro“.
Qual è il futuro dei Subsonica. Siete pronti a tornare sul palco?
“Appena la situazione tornerà alla normalità abbiamo un tour da fare, perché è uscita da poco la riedizione di ‘Microchip emozionale’, che nella nuova versione si chiama ‘Microchip temporale’, con tanti ospiti che appartengono alla scena musicale moderna. Eravamo pronti per andare in tour, avevamo fatto le prove, i duetti con gli artisti, pianificato tutte le date, poi abbiamo ricevuto questo stop, giusto perché adesso bisogna restare a casa. Aspettiamo che si torni alla normalità per poter ripartire e finalmente far ascoltare al nostro pubblico questo ‘Microchip temporale’“