Londra ‘by night’ e l’aiuto alla Croce Rossa Italiana di Federico Gatti
Una bella idea e un po’ di buona volontà: non serve molto per dare una mano e per cercare di aiutare economicamente chi ne ha bisogno. La solidarietà degli italiani è infatti uno dei pochi aspetti positivi di questa emergenza Coronavirus, che è stata anche capace di dare il via a molte iniziative dedicate a chi è in prima linea per combattere il Covid-19. Da anni residente a Londra, dove svolge il suo lavoro di giornalista e corrispondente per Mediaset, Federico Gatti è uno di quegli italiani che ha deciso di mettersi in gioco per sostenere il lavoro di medici e infermieri. Lo ha fatto grazie ad un ‘book fotografico’ davvero particolare.
“Nei giorni scorsi ho avuto modo di realizzare delle foto di Londra in versione notturna e completamente deserta – ha spiegato Federico – Se c’è una cosa che in più di dieci anni di vita londinese non ho mai trovato, e Londra può offrire davvero di tutto, è proprio questo silenzio e questa dimensione di intimità che c’è oggi. A causa di questa emergenza sanitaria alcuni quartieri della città si sono trasformati in set cinematografici abbandonati. Ho così realizzato degli scatti in notturna, una trentina, e deciso di dare il mio contributo alla Croce Rossa Italiana. Le foto sono state messe in vendita e il ricavato andrà proprio a loro: a chi è in prima linea in questa lunga e triste lotta. Sono disponibili su Buonacausa.org, una piattaforma ad hoc per questo tipo di raccolta fondi, all’interno della pagina ‘Uno scatto per donare‘“.
Come sta vivendo la capitale inglese questa emergenza?
“A Londra c’è una situazione su due binari. Ci sono gli ospedali, che si sono organizzati per tempo senza aspettare il via libera del Governo e che stanno dando il meglio di loro stessi nonostante la situazione grave, e c’è il nervosismo delle autorità perché i numeri stanno cominciando purtroppo a diventare importanti come quelli italiani delle scorse settimane. La popolazione ancora non si è resa quasi conto della gravità del problema. Le restrizioni ci sono, ma il controllo è ancora blando: vedo ancora centinaia di persone che sfruttano i 22 gradi di questa primavera esplosa proprio in queste settimane per andare in giro. La questione del primo ministro ricoverato e guarito ha forse distratto la popolazione su quella che è la realtà dei fatti. Londra è una città che non si ferma mai e vedere tutto chiuso e vedere le strade vuote fa davvero impressione“.
Qual è stata la reazione dei londinesi al Coronavirus?
“In città si sta creando un senso di comunità. C’è chi aiuta con la spesa il proprio vicino di casa, ci sono stati gli applausi all’NHS: il sistema sanitario nazionale, attorno al quale l’intera nazione sta facendo scudo nel modo migliore. Ci sono state iniziative di artisti, di personaggi famosi. Nonostante la grave situazione, anche in Inghilterra ci sono degli aspetti positivi e inaspettati. Solitamente schivi, gli inglesi si stanno infatti un po ‘sciogliendo’ in questo momento di difficoltà“.