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Meno fumo, più vapore: gli effetti del lockdown sugli italiani

A margine del ‘World Vaping Day‘, l’Istituto Superiore di Sanità ha presentato il risultato di un’interessante ricerca svolta nel mese di Aprile durante i giorni dell’emergenza Coronavirus. Questi dati, confermati anche dalle interviste telefoniche degli operatori del Telefono Verde contro il fumo, raccontano di un calo di fumatori ‘tradizionali’ e di una leggera crescita di coloro che hanno scelto i dispositivi elettronici. Oltre ai ‘vapers’, crescono anche i fumatori di tabacco e quelli di prodotti a tabacco riscaldato.

Come spiegato dal comunicato stampa pubblicato sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità, ‘diminuisce la prevalenza dei fumatori durante il lockdown che passa dal 23,3% al 21,9%. 1,4 punti percentuali in meno che corrispondono ad una stima di circa 630 mila fumatori in meno (circa 334 mila uomini e 295 mila donne). Purtroppo però il 9,0% della popolazione la cui stima è di circa 3,9 milioni di persone ha aumentato o iniziato il consumo di tabacco‘.

436mila svapatori in più durante il lockdown

Gli utilizzatori (occasionali+abituali) di sigaretta elettronica prima del lockdown erano l’8,1% della popolazione italiana (18-74 anni). Durante il lockdown – si legge ancora nel comunicato stampa dell’ISS – tale percentuale è salita al 9,1% con un incremento degli utilizzatori di sigaretta elettronica pari a circa 436.000 persone. Tra gli utilizzatori di sigaretta elettronica che hanno peggiorato la loro condizione di consumatori durante il lockdown, il 38,9% ha incrementato il numero di puff, il 18,0% ha ripreso regolarmente ad utilizzarla, il 17,0% era un consumatore occasionale ed è diventato abituale (tutti i giorni), il 13,0% la utilizzava raramente (1-2 volte nella vita) ed è diventato un consumatore abituale, il 13% non l’aveva mai provata prima del lockdown‘.

Leggi il testo completo del comunicato stampa

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