Hita by Asvape: un piccolo tubo, maneggevole come una Pod. Recensione e video
Progettare e realizzare kit e device belli da vedere, semplici da usare e possibilmente dalle dimensioni ridotte: sono questi gli obiettivi dell’azienda cinese Asvape, che dal 2016 ad oggi si è contraddistinta con prodotti costruiti con materiali di alta qualità e che strizzano l’occhio al ‘fashion style’.
Hita, il piccolo tubo di Asvape
Lanciato sul mercato pochi mesi fa, l’Hita è un dispositivo AIO maneggevole come una Pod e molto vicino ad essere considerato un Mech Mod. Questo piccolo e leggero tubo meccanico, costruito in alluminio anodizzato, è dotato di batteria interna a 1000 mAh (che eroga fino a 30 watt e si ricarica completamente in soli 60 minuti, grazie al cavo USB Type-C), di un design minimalista (niente display e regolazione della potenza, ma solo il pulsante di fuoco) e di un tank capace di ospitare fino a 3 ml di liquido.
L’Hita di Asvape lo trovate in commercio nei due colori nero e verde scuro, ed è un kit che si presta sia al DTL che all’utilizzo in MTL, grazie alle due coil in vendita (in mesh e incluse nella confezione) da 0.5 ohm e 1.0 ohm e alla possibilità di montare qualsiasi drip tip 510.
I pro e i contro dell’Hita di Asvape
Ciò che rende vincente questo prodotto è però la duplice funzionalità aggiuntiva pensata da Asvape: la possibilità di acquistare e usare un deck per rigenerare la coil, dando dunque spazio ai gusti e alle esigenze di ogni svapatore, e quella di montare un adattatore per sfruttare qualsiasi tipo di atomizzatore con attacco 510. Due opzioni che l’azienda cinese ha messo in commercio separatamente.
Come tutti i modelli in vendita, anche l’Hita ha qualche piccolo dettaglio che andrebbe in qualche modo rivisto. Il tank, ad esempio, si muove facilmente con il rischio di aprire o chiudere inavvertitamente il foro dell’aria. La coil al suo interno non è così facilmente estraibile, e prima di cambiarla forse sarebbe opportuno dotarsi di un attrezzo in grado di farla uscire in maniera più semplice. La testina rigenerabile, infine, è una gran bella idea, ma è davvero troppo piccola e forse poco congeniale per chi si è avvicinato alla rigenerazione da poco tempo.