NoName Mods: “La collaborazione con Aspire per noi rappresenta un traguardo”

La collaborazione tra Aspire e il modder italiano NoName continua a regalare grandi novità a tutti i vapers. Dopo Paradox e 9th, presentati in questo articolo, l’ultima creatura nata da questo binomio vincente è Zero.G: una pod mod di forma tubolare, dal design accattivante e dalla straordinaria semplicità d’utilizzo. In occasione del lancio di questo nuovo prodotto della linea Prestige di Aspire abbiamo intervistato Andrea Pontiggia, che insieme a Giuseppe Grimaldi segue il progetto NoName Mods.

Come e quando e nata la collaborazione con Aspire?

È maturata dopo una serie di confronti con un nostro partner, grosso distributore di Aspire. Da parte nostra abbiamo sempre cercato collaborazioni e partnership in grado di farci crescere e acquisire nuove competenze, da parte loro era germogliata da poco l’idea di approcciare il mercato unendo le loro capacità tecniche e produttive ad un design più accattivante e funzionale. L’idea di massima si è concretizzata abbastanza velocemente, più lungo è stato invece mettere a fuoco gli obiettivi e far convergere entrambi i punti di vista. Il lavoro di progettazione con Aspire è cominciato poco prima dell’emergenza Covid e il tempo che abbiamo dedicato alla collaborazione è stato veramente tanto nei primi mesi, ma da relegati in casa è stato un piacere“.

Perché proprio Aspire? 

Forse la domanda sarebbe più corretto porla a loro e chiedere perché hanno scelto NoName. Per noi Aspire rappresentava un traguardo, è una delle poche aziende del settore che ci è sempre piaciuta, una di quelle più costanti nella presenza internazionale e soprattutto un marchio che ha sempre fatto innovazione e sperimentazione cercando di non inflazionare e svilire mai i propri prodotti; basti guardare da quanto tempo sono sul mercato con prodotti tipo le testine BVC del Nautilus (ancora oggi un riferimento), e quanto invece diventino obsoleti dopo pochissimo tempo la maggior parte dei sistemi della concorrenza. Perché ci hanno scelto? Probabilmente perché siamo una delle poche realtà in ambito modder che ha deciso di approcciare il mercato in modo professionale (distribuzione, assistenza, certificazione, registrazione). Siamo una delle poche realtà, forse l’unica, che ha vinto qualche premio internazionale di rilievo. O forse ci hanno scelto solo perché siamo stati più tenaci o fortunati“.

Cosa vi ha spinto a progettare un dispositivo come lo Zero.G? 

I prodotti che abbiamo progettato e disegnato per e con Aspire sono delle evoluzioni di prodotti da noi realizzati precedentemente. Sono una lettura in chiave mass market di prodotti destinati ad un mercato di appassionati, un’evoluzione di un concept che passa attraverso un processo produttivo completamente diverso. La sfida non era disegnare dei bei prodotti, ma sfidare noi stessi e provare ad innovare con delle soluzioni semplici e non banali“.

Quali sono i suoi punti di forza?

In primis credo sia l’ergonomia del prodotto, un leitmotiv che ci accompagna da sempre come un mantra. Progettiamo e concepiamo gli oggetti perché possano essere usati e anche abusati, perché si capisca come usarli senza che serva un manuale d’uso: lo vedi, ti piace, lo usi. Trovo assurdo che la maggior parte dei tubi abbiano un’attivazione sul tappo inferiore, credo sia quanto di meno ergonomico ci possa essere. Credo sia incredibile come si possa considerare un display LCD monocromatico qualcosa di bello da mostrare e incastonare. Ma forse sono solo delle distorsioni di un mercato cresciuto tanto in fretta e dominato solo da novità che portano al loro interno la ripetitività: un controsenso che ha permesso una crescita notevole dell’offerta, ma un impoverimento della sperimentazione e della ricerca vera. La Zero.G funziona bene e in modo soddisfacente, sia con le testine che con la sua base rigenerabile, e ovviamente anche questo è uno dei suoi punti di forza“.

Da cosa partite quando cominciate a pensare ad un nuovo device?

Si parte sempre da qualcosa di diverso, da un’idea, un’esigenza, un’ispirazione e una necessità“.

Quali sono le fasi più difficili della progettazione?

In genere appena si entra in prototipazione: far convergere le esigenze di progetto con le problematiche/costi di produzione non è mai semplice, alcune volte addirittura impossibile. Abbiamo scatoloni pieni di progetti mai entrati in produzione perché morti di fronte a una fantina, deceduti in uno scontro impari con un centro di lavoro e piegati dalle quantità minime necessarie per poter entrare in produzione“.

Sono diversi i modder che collaborano con grandi brand cinesi. Secondo te perché?

Non credo siano così tanti, diciamo alcuni tra quelli più noti. Direi che i modder che collaborano con Brand e Aziende cinesi sono pochissimi, alcuni quelli che collaborano con produttori cinesi e molti quelli che producono in Cina. Tutti da apprezzare per quanto fanno, altri meno per come lo raccontano“.

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