Stop al fumo, nuove restrizioni per le sigarette elettroniche. La reazione di Matteo Salvini e Riccardo Polosa del CoEHAR
In arrivo la legge contro il fumo. Secondo il quotidiano La Stampa, il ministro della Salute Orazio Schillaci starebbe lavorando ad una nuova proposta. Una stretta che dovrebbe includere anche ulteriori restrizioni per chi utilizza la sigaretta elettronica. Come riferito da Ansa, le nuove norme dovrebbero prevedere lo stop al fumo, incluse le e-cig, nei dehors, alle fermate dei mezzi pubblici e anche nei parchi se sono presenti bambini e donne incinte. La notizia ha inevitabilmente sollevato critiche e polemiche, come quella del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e vicepremier, Matteo Salvini: “Le sigarette elettroniche stanno aiutando tanta gente ad abbandonare quelle normali – ha scritto su Twitter – Da ex fumatore che ha smesso 4 anni fa, il divieto di fumarle all’aperto appare esagerato. Voi che dite?“.
In merito alle anticipazioni sulla bozza del disegno di legge, è intervenuto anche il prof. Riccardo Polosa, fondatore del CoEHAR di Catania.
“Sono ormai decenni che si cerca di contrastare il tabagismo con i divieti ma lasciatemi dire che questa strategia non ha mai portato ai risultati auspicati – ha fatto sapere Polosa attraverso una nota stampa – Basta studiarsi le statistiche nazionali sulla prevalenza da tabagismo per rendersene conto. Estendere questi divieti anche ai prodotti nicotinizzati senza combustione manca del razionale su solidi basi medico-scientifiche. Questa proposta è mossa su basi meramente ideologiche ed emotive”.
“Dobbiamo smetterla di mettere sullo stesso piano sigarette che liberano migliaia di sostanze tossiche e catrame con prodotti senza combustione decisamente molto meno tossiche. Le alternative senza combustione si sono dimostrate dal 95% al 99% meno tossiche delle sigarette convenzionali e rappresentano oggi l’unica vera soluzione per una politica sanitaria che manca di una proposta razionale per tutti coloro che non vogliono o non riescono a smettere”.
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Divieto di fumo, il parere di Riccardo Polosa del CoEHAR
“Paesi come Gran Bretagna, Giappone, Svezia, Norvegia e Nuova Zelanda, dove esiste da anni una politica sanitaria aperta alla riduzione del rischio, registrano un crollo delle vendite delle sigarette convenzionali e la eradicazione del tabagismo anche tra i giovani. Inoltre, l’FDA statunitense, la più importante autorità sanitaria del paese, ha di recente approvato la commercializzazione di questi prodotti sdoganandoli come appropriati per la protezione della salute pubblica”.
“In Italia, questo testo che si vorrebbe approvare come intende aiutare chi deve smettere di fumare a farlo? Diabetici, schizofrenici, ipertesi, donne in gravidanza e milioni di altri pazienti come saranno aiutati dal sistema sanitario ad abbandonare il fumo? Vogliamo saperlo perché in questa guerra contro il fumo, noi mandiamo al fronte i nostri medici e con quali armi? Li abbiamo lasciati senza nessuna difesa per anni. Dietro le porte dei centri antifumo, degli ospedali, dei reparti e persino delle scuole, ci sono i medici che devono accogliere i pazienti e dare loro una risposta concreta e non un divieto. Che risposta si dovrebbe dare secondo il Ministro? Siamo seri, perché nessuno si preoccupa di ascoltare chi produce dati scientifici in merito? La diffusione delle elettroniche – ha aggiunto Polosa – è riuscita ad arginare una piaga che per decenni ha prodotti milioni di morti“.
“Siamo pronti al dialogo scientifico, da anni oramai. Facciamo ricerca di alto livello sulle sigarette elettroniche sin dall’inizio della loro diffusione, dal 2010. E oggi l’ateneo di Catania è considerato il più produttivo al mondo nel campo della ricerca antifumo. Nessuno può vantare un pedigree scientifico di questo spessore. Siamo al 100% con il Ministro Schillaci quando afferma che il fumo fa male e va combattuto con decisione. Ma ribadiamo che la strada dei divieti è inefficace e controproducente“.
“Si possono raggiungere risultati straordinari solo integrando il principio della riduzione del rischio nell’ambito delle politiche di contrasto al tabagismo già esistenti. I dati a supporto di queste affermazioni esistono, sono molto numerosi, e di elevata qualità scientifica. Bene quindi valutare anche le soluzioni alternative al fumo di tabacco – ha concluso il fondatore del CoEHAR – per combattere e distruggere una volta per tutte la piaga del tabagismo“.