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Cosa contiene l’aerosol delle sigarette elettroniche? I risultati della nuova ricerca del CoEHAR di Catania

Insieme alI’Istituto di Scienze Nucleari, Università Nazionale Autonoma del Messico, il centro CoEHAR di Catania ha analizzato gli studi relativi alle emissioni delle sigarette elettroniche. Come evidenziato nel comunicato stampa pubblicato, gli aerosol generati dalle e-cig non contengono il 97-99% dei composti presenti nel fumo di tabacco. Tuttavia, gli studi sulle emissioni delle sigarette elettroniche hanno rivelato che i carbonili, in particolare gli aldeidi come formaldeide, acetaldeide e acroleina, sono i sottoprodotti più abbondanti nell’aerosol di questi prodotti.

La nostra review – ha spiegato il prof. Roberto A. Sussman, dell’Istituto di Scienze Nucleari, Università Nazionale Autonoma del Messico – analizza attentamente la chimica delle emissioni delle sigarette elettroniche, evidenziando i metodi analitici migliori per misurare specifici composti tossici chiamati carbonili. Questo focus aiuta a stabilire un nuovo standard per valutare accuratamente cosa c’è nell’aerosol delle sigarette elettroniche”.

I metodi utilizzati per valutare l’aerosol delle e-cig

La ricerca include 14 studi (11 indipendenti and 3 finanziati dall’industria di settore). Gli articoli sono stati esaminati concentrandosi sui metodi analitici utilizzati e fornendo così un’analisi più dettagliata dei processi di analisi dei carbonili, della procedura di derivatizzazione e del metodo utilizzato per l’analisi quantitativa. In questi 14 studi, i livelli rilevati dei principali aldeidi (formaldeide, acetaldeide e acroleina) erano inferiori ai livelli degli stessi composti trovati nel fumo delle sigarette.

Gli studi che abbiamo esaminato erano di alta qualità e hanno costantemente rilevato bassi livelli di carbonili nelle emissioni delle sigarette elettroniche rispetto al fumo di sigaretta. Queste prove solide supportano ulteriormente l’idea che il vaping possa essere un’alternativa meno dannosa al fumo, in netto contrasto con studi precedenti che riportavano livelli di tossicità più elevati a causa di metodologie difettose“, ha aggiunto Federica Maria Sipala, del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Catania.

Leggi il comunicato stampa CoEHAR

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