Nuove tasse sullo svapo: una decisione insensata e pericolosa
Come approvato recentemente dalla Commissione Bilancio della Camera, dal 2021 scatteranno i rincari per il mondo della sigaretta elettronica: in particolare per i liquidi da inalazione. Dal prossimo anno le tasse sui prodotti senza nicotina subiranno un aumento dal 5% al 10%, mentre per quelli con nicotina il rincaro sarà dal 10% al 15%. Aumenti destinati poi a salire ulteriormente nel 2022 e nel 2023.
“Si tratta di una proposta del tutto irragionevole che, oltre a non considerare la differenza tra le tipologie di prodotti, ci tira dentro una guerra industriale tra multinazionali alla quale siamo totalmente estranei“, ha dichiarato Umberto Roccatti, presidente di Anafe, in un’intervista ripresa dal quotidiano ‘Il Tempo’.
“Ma quel che è più importante è ribadire e sottolineare che una proposta di questa portata non è sostenibile da alcun mercato, tantomeno da quello delle sigarette elettroniche – ha aggiunto Roccatti – composto quasi esclusivamente da piccole e medie imprese italiane, che occupano decine di migliaia di lavoratori e che nel corso degli ultimi anni sono riuscite a sviluppare una filiera e un mercato virtuoso che conta ormai oltre 1 milione di consumatori. Riteniamo quindi che la proposta sia fuori da ogni logica, una scelleratezza giuridica, fiscale ma soprattutto sociale, per lo più in un anno peculiare per tutti, caratterizzato dalla pandemia da Covid-19“.
La reazione di Riccardo Polosa
Tra le voci autorevoli intervenute nell’inevitabile dibattito che si è aperto dopo la decisione dei rincari è arrivata anche quella del professor Riccardo Polosa: “Quando impareranno i politici ad ascoltare la scienza e non le ideologie o gli interessi di mercato? Ci sono centinaia di studi che dimostrano che lo svapo è meno dannoso del fumo di sigaretta convenzionale – ha scritto nel suo editoriale su ‘Liaf Magazine’, il fondatore del centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo CoEhar – Portare i commercianti ad aumentare inevitabilmente il prezzo di questi prodotti sul mercato significa proibire a milioni di italiani di passare ad una soluzione meno dannosa per la propria salute”.
“E per il sistema sanitario italiano, già sotto pressione per l’epidemia di COVID-19, questo significa aumentare gli accessi alle strutture sanitarie e allentare la diffusione di uno strumento di prevenzione utile ed efficace contro le malattie fumo correlate. Lo svapo, in maniera storica e rivoluzionaria, ha dimostrato di essere lo strumento più efficace per l’abbandono definitivo delle bionde“.