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Roccatti: “Con la sigaretta elettronica hanno smesso di fumare più di un milione di persone”

Il dibattito sull’utilizzo della sigaretta elettronica, come strumento per ridurre i danni da fumo, è sempre in “trend topic” e non manca di dar voce a politici, scienziati ed esperti del settore più o meno informati e credibili. Non passa infatti giorno che non vengano pubblicate notizie allarmanti e in controtendenza ai risultati ottenuti nel corso degli ultimi anni. Fatta la premessa che l’utilizzo della e-cig deve essere preso in considerazione solo da maggiorenni e da chi vuole smettere di fumare, ovviamente in modo consapevole e dopo aver preso bene coscienza di ciò a cui si va incontro, riportiamo uno stralcio di un’interessante intervista rilasciata da Umberto Roccatti a ‘The Watcher Post’.

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Roccatti: “Qualcuno si deve prendere la responsabilità”

In quattordici anni di attività, con la sigaretta elettronica abbiamo fatto smettere di fumare più di un milione di persone – ha spiegato il presidente di ANAFE, l’Associazione Nazionale Produttori Fumo Elettronico aderente a Confindustria – Addirittura in Inghilterra, sul pacchetto di sigarette c’è scritto di provare con l’e-cig se non riesci a smettere di fumare. Ecco, noi siamo convinti che tentare con la cessazione del fumo sia giusto in prima battuta, ma dobbiamo riconoscere che funziona con un numero molto esiguo di persone. Ricordiamo che nei centri anti-fumo si rivolge solo lo 0,1% dei fumatori, circa 100mila persone l’anno e solo 45mila smettono effettivamente di fumare. È come tentare di svuotare l’oceano con un secchiello

Dobbiamo prendere atto che le politiche sanitarie messe in atto finora non hanno funzionato – ha continuato Umberto Roccatti – Bisogna avere una politica di riduzione del rischio come si fa con l’automotive o con il clima. Gli obiettivi del beating cancer plan, che puntano al 5% dei fumatori entro il 2040 – ricordiamo che noi siamo al 24% – non saranno mai raggiungibili senza gli strumenti a rischio ridotto. Qualcuno, però, si deve prendere la responsabilità“.

Clicca qui per vedere l’intervista video completa a Roccatti

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